Ho voluto intendere la parola di questo ultimo episodio, guida, come guida spirituale, è chi meglio di Gesù Cristo in questo senso? (prendetemi per pazza, sì, pazza per Gesù)
Non ho però nessuna intenzione di parlare di un film di chiesa, quello lo affrontiamo un’altra volta. Vorrei invece parlarvi di Il pianeta verde (1996) diretto da Coline Serreau. Il film parla in maniera umoristica i problemi del mondo occidentale: la frenesia, l’abuso di comando, l’inquinamento e il consumo selvaggio delle risorse naturali e degli spazi.
Coline Serreau
Ma parliamo per un momento di Coline Serreau (nata a Parigi, il 29 ottobre 1947) che è una regista, sceneggiatrice e attrice francese. Nel suo Paese natale è tra i registi più acclamati e più popolari.
È figlia d’arte, la madre è scrittrice, mentre il padre è regista. Studia letteratura, musica, danza classica e moderna; frequenta il conservatorio di Parigi e la scuola di circo e di trapezio della famiglia Fratellini. Quest’informazione è importante perché all’interno del film sono presenti molte scene in cui vengono fatti esercizi al trapezio o alla fune.
Attratta dal teatro, nel 1968 si specializza nella Comédie-Française. Si orienta verso la scrittura e la regia di teatro, di cinema e d’opera.
Nel 1977 conosce un grande successo di critica con il suo secondo film, Perché no?, storia di un triangolo amoroso composto da due uomini che vivono in coppia con la loro compagna comune.
Nel 1985, il suo film Tre uomini e una culla, conosce un successo enorme con più di 12 milioni d’entrate, uno dei record del cinema francese, confermato anche dal César per il miglior film e per il miglior attore non protagonista. Ha inoltre scritto, interpretato e diretto la regia di opere liriche e teatrali.
Mi pare giusto anche far notare che questa donna ha diverse onorificenze:
Cavaliere dell’Ordine della Legion d’Onore — 14 luglio 2004
Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore — 27 marzo 2016
Commendatore dell’Ordine delle arti e delle lettere — 16 febbraio 2000
Ufficiale dell’Ordine nazionale al merito — 11 novembre 2010
Per favore Coline spiegaci come vivere la vita.
Il pianeta verde
Ma quindi di cosa parla il film? E cosa c’entra Gesù?
Ci troviamo su un pianeta alieno, il pianeta verde, dove abita una comunità che vive come un misto tra gli hobbit della contea, i figli dei fiori e una setta, sempre degli anni sessanta. abitano in questo luogo idilliaco pieno di verde e acqua, si cibano di verdure e legumi, dormono all’aria aperta e costruiscono solo ciò di cui hanno strettamente bisogno. Usano la telepatia e sono molto avanzati in termini di viaggi spaziali. Infatti, all’inizio, durante un’assemblea viene chiesto chi voglia andare a visitare altri pianeti. Nessuno si offre per andare sulla Terra, però.
L’ultima delegazione ci era stata circa duecento anni prima (le persone vivono più di duecento anni sul pianeta verde), durante il periodo napoleonico. Sulla terra sono ancora molto arretrati: usano il denaro per comprare ogni cosa, ma soprattutto il cibo, sono sempre nel periodo industriale, si uccidono tra di loro senza motivo.
Alla fine si decide a partire Mila (Coline Serreau), una donna di mezza età (interessante!) che è per metà terrestre. Il padre aveva infatti partecipato alla precedente spedizione, si era innamorato di una abitante del luogo che però era morta di parto. Lei è quindi curiosa di vedere il suo pianeta di origine.
La Terra
Mila lascia i figli e parte con il suo vestito impero. I saggi le hanno passato l’abilità di “disconnettere” i terrestri, cioè farli avanzare mentalmente di millenni in pochi attimi. Può farlo sia semplicemente parlando con loro (e in questo caso la disconnessione è meno intensa) oppure attraverso un gesto particolare, tirando indietro la testa. In questo caso la disconnessione è molto più forte.
Si ritrova a Parigi negli anni 90, una città enorme, piena di automobili e inquinamento. La prima persona con cui parla, la proprietaria di una boulangerie piuttosto scontrosa, finirà per lanciare delle paste vecchie di settimane contro un’auto; successivamente un passante dopo aver parlato con lei lancerà via scarpe e calzini (sul pianeta verde non ce n’è bisogno); un altro ancora si metterà ad abbracciare gli alberi.
Dovendo recuperare del denaro napoleonico si reca a Notre Dame de Paris, dove vede una statua di Gesù crocifisso. Gesù era un abitante del pianeta verde che era andato sulla terra 2000 anni prima. E non aveva fatto una bella fine.
Dato che per Mila il cibo terrestre è immangiabile, l’unico modo che ha per sopravvivere è “connettersi” con un neonato. Prendendolo in braccio a beneficiarne sono sia lei che il bambino. È nel reparto maternità che incontra una giovane infermiera, Marion Cotillard, e Max, il dottore stronzo, che sarà il primo che lei “disconnetterà” più seriamente. Questo incontro porterà poi a una serie di avventure.
Una delle scene più divertenti del film è la discussione tra il medico, ormai disconesso, e sua moglie, interpretata da Philippine Leroy-Beaulieu, la Sylvie di Emily in Paris. Il marito le chiede se lui sia un fesso e lei risponde di sì. L’unico motivo per cui la moglie rimane con lui è per il suo conto in banca. Prostituzione legalizzata, per usare le sue parole.
Polemichetta
Cose che si possono contestare di questo film è la visione da “Il buon selvaggio” di fondo, il mito secondo cui l’uomo in origine fosse un “animale” buono e pacifico e che solo successivamente, corrotto dalla società e dal progresso, diventasse malvagio. Questo si vede bene nel momento in cui anche due dei figli di Mila vanno sulla terra, ma finiscono in, si presume, Africa, dove incontrano una popolazione indigena locale, ritratta in maniera stereotipata, che però vive in maniera molto simile alla popolazione del pianeta verde.
È comunque un film che porta avanti tematiche interessanti per gli anni 90, come l’ecologia, in maniera ironica e divertente. Quindi se volete recuperarlo lo trovate qui.