venerdì, Aprile 19, 2024
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Intelligenza artificiale, creatività e sogni

Qual è il legame che intercorre tra intelligenza artificiale e creatività? E che c’entrano i sogni?

In occasione dell’Internet Festival 2022, con Neon Film & Arts e Lucid Dream Festival abbiamo esplorato e approfondito l’interconnessione tra intelligenza artificiale, creatività e sogni. Ne è risultata una riflessione per niente scontata a cui il pubblico ha preso parte in prima persona.

Ma partiamo dall’inizio.

“Le macchine ci ruberanno il lavoro!”

Quante volte lo abbiamo sentito dire? In effetti molti lavori sono stati automatizzati negli ultimi decenni e molti altri lo saranno nei prossimi anni.

Ma noi siamo tranquilli, siamo dei creativi, la cosa non ci riguarda.

Forse.

Sì, perché siamo abituati a pensare a macchine e robot che svolgono lavori di precisione, ripetitivi e meccanici. Pensiamo subito alle catene di montaggio, ci viene difficile pensare che una macchina possa realizzare, ad esempio, una grafica o un’illustrazione. O addirittura girare un video. In realtà, da qualche anno a questa parte, sistemi come DALL-E, Midjourney e Stable Diffusion stanno dimostrando che pure graphic designer e videomaker rischiano di essere rimpiazzati da macchine: si tratta infatti di text-to-image generator, generatori di immagini partendo da un testo. In breve, inserendo un input di testo, questi sistemi elaborano un immagine.

Si è parlato molto di questi sistemi negli ultimi tempi e sempre di più ne vediamo i risultati sui social. Se però ancora non sapessi di cosa si tratta, ti propongo un esempio molto pratico. Chiedo a DALL-E di fare un ritratto di me in questo momento scrivendo nella sua casella di testo:

Un uomo biondo di 30 anni con indosso una maglia blue è seduto al suo pc. Ha due monitor davanti e sta scrivendo un articolo. Luce naturale da dietro la sua schiena, pareti beige. Fotorealistico.

E questo è il risultato:

Intelligenza artificiale - Me al computer
A 30 years old blonde man wearing a blue sweater is seating at his pc. Two big monitors in front of him, he’s writing a blog article. Natural light from behind his back, beige walls. Photorealistic. High details.

Si tratta di un’immagine generata, non come su Google dove viene effettuata una ricerca e appare l’immagine più adatta. L’immagine è stata composta tenendo conto delle informazioni che ho fornito nel testo. Anche se sembra una magia, i sistemi come DALL-E si basano su quello che viene definito machine-learning, appartenente al settore di ricerca definito con l’evocativo nome di Intelligenza artificiale.

Cos’è l’intelligenza artificiale?

Per definizione l’intelligenza artificiale è un settore di ricerca dell’informatica e delle neuroscienze, che studia dal punto di vista teorico e applicativo il modo di ricostruire e simulare funzioni intellettive tipiche della mente umana, ci ha spiegato Andrea Motroni, ricercatore presso il dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’università di Pisa.

Quindi abbiamo riprodotto il cervello umano e le macchine senzienti stanno per dominare il pianeta? Al momento no, siamo ancora molto lontani. Abbiamo davanti a noi un oggetto matematico molto potente ma che, appunto, è semplicemente matematica. Non ha niente a che vedere con la mente dell’uomo.

Come ha fatto DALL-E a creare quella foto di un uomo al computer con la maglia blu, quindi? Il Machine Learning è un sottoinsieme dell’intelligenza artificiale che si occupa di creare sistemi che apprendono in base ai dati che noi gli forniamo. DALL-E ha consultato tutta la sua enorme banca dati su cui si è “allenato”, ha capito com’è fatto un uomo biondo, ha capito com’è fatto un computer e ha capito com’è fatta una maglia blu. Dopodiché ha cercato di interpretare al meglio le informazioni fornite e ha elaborato l’immagine che abbiamo visto sopra. Non c’è niente di magico. Anzi. Anche se noi la immaginiamo come una super-cervello evoluto, in realtà l’intelligenza artificiale al momento è più simile a una scimmia, come ci dice Andrea. Non fa altro che selezionare i dati giusti e ci propone un risultato. Non c’è niente di creativo nel lavoro svolto da DALL-E, si tratta solo di un’elaborazione matematica di una grande quantità di dati.

Creatività e sogni

Nel titolo si parla di intelligenza artificiale, creatività e sogni. Abbiamo grossolanamente affrontato il rapporto tra le prime due, ma cosa c’entrano i sogni? Durante l’esperienza interattiva “Jumping into a dream” (così si chiamava la nostra proposta all’Internet Festival 2022) abbiamo invitato il pubblico a raccontarci un proprio sogno davanti a un green screen. Mentre il volontario raccontava, alcune parole chiave venivano inserite su DALL-E. La ricostruzione del sogno veniva poi proiettata sullo schermo, permettendo al protagonista di rivivere il proprio sogno. Questi sono alcuni dei risultati più interessanti:

A parte il divertimento nello scoprire come l’intelligenza artificiale avrebbe interpretato i loro sogni, il pubblico ha avuto modo di confrontarsi con la dimensione onirica e interrogarsi sul significato dei propri sogni. A questo proposito è intervenuta Valentina Elce, assegnista di ricerca presso la Scuola IMT Alti Studi Lucca, dove si occupa di elaborazione del linguaggio naturale applicata allo studio delle esperienze oniriche. Valentina ci ha spiegato che i sogni sono esperienze create autonomamente dal cervello in uno stato di coscienza (il sonno) in cui il cervello è disconnesso dall’ambiente esterno.

Il sogno attinge attivamente alla memoria e alle nostre conoscenze in generale per produrre una simulazione della realtà. In breve, il cervello elabora le informazioni che abbiamo acquisito durante la veglia e crea mondi immaginari.

Questa frase suona familiare. E non a caso, dal pubblico è arrivata più volte la domanda: “Scusate, ma allora anche noi possiamo creare soltanto attingendo dalla nostra banca dati?

Per quanto riguarda i sogni, a quanto pare sì. E per quanto riguarda la creatività? C’è modo di creare qualcosa di cui non abbiamo esperienza? Dal pubblico stavolta una risposta: “Se io chiedo a qualcuno che ha sempre vissuto in una caverna di farmi un disegno del cielo, difficilmente riuscirà a realizzarlo”.

Insomma, i limiti dell’intelligenza artificiale che ci avevano fatto tirare un sospiro di sollievo per il nostro futuro lavorativo, alla fin fine non sono tanto diversi dai nostri limiti. Quindi?

Super smart robot is working as a painter in its study. Funny, colorful. Photorealistic. Cinematic Light, High details.

Siamo spacciati! Perderemo tutti il lavoro!

A rasserenarci (forse) e ad approfondire ancora di più la riflessione su intelligenza artificiale, creatività e sogni è intervenuto anche Guido Segni. Con un background in hacktivism, media art e video art, il lavoro di Guido è incentrato principalmente sull'(ab)uso quotidiano di Internet ed è caratterizzato da interventi minimali sulla tecnologia in grado di rendere le cose strane, inutili e disfunzionali.

Secondo Guido domandarsi se le creazioni di DALL-E possano considerarsi davvero arte è sbagliato. Non è la domanda giusta da porci. “Infatti“, continua Guido “non è mai lo strumento a determinare l’arte”.

È stato così per la fotografia, è stato così per il cinema. Ogni volta che una nuova tecnologia si affaccia al mondo della creatività e dell’arte, è normale un po’ di scetticismo.

“Ci dovremmo porre altre domande: quali equilibri va ad alterare l’introduzione di questi strumenti? Chi trae vantaggio da questa alterazione e chi ne paga gli effetti? Esiste un mercato di industrie creative, esistono persone che lavorano con immagini e video, ed è indubbio la tecnologia andrà a impattare su queste categorie, e lo farà in termini occupazionali. L’intelligenza artificiale probabilmente, non sostituirà del tutto queste figure, ma ne diminuirà la domanda.

Insomma, come ipotizzavamo, siamo tutti spacciati. Più o meno. Forse dovremmo smettere di chiederci se le macchine ci ruberanno il lavoro, ma iniziare a chiederci se questo sia davvero un male.

Guido ci parla del libro Inventare il futuro. Per un mondo senza lavoro di Nick Srnicek e Alex Williams che scardina il principio che il lavoro sia un elemento fondante della società. Proprio scardinando questo concetto nostalgico, legato a un’epoca storica diversa da quella in cui viviamo, è possibile confrontarsi con l’ascesa dell’intelligenza artificiale. Non dobbiamo temere questa tecnologia, ma anzi, introdurla in tutti gli ambiti lavorativi, raggiungere la piena automazione e pretendere un reddito universale di base. Forse arriveremmo a capire che il lavoro non è così fondamentale come crediamo per determinarci.

Lo scontro tra intelligenza artificiale e creativi è chiuso. Chi ha vinto?

Dopo aver parlato per quasi un’ora di intelligenza artificiale, creatività e sogni al nostro pubblico, abbiamo deciso di chiudere concretizzando la sfida tra uomo e macchina. Lo abbiamo fatto con ironia chiedendo ancora una volta al nostro pubblico di raccontarci un sogno e poi, armato di fogli e pennarelli, gli abbiamo chiesto di sfidare DALL-E: in soli due minuti, sia il pubblico che DALL-E avrebbero fatto un disegno del sogno appena descritto. Chi ha vinto, quindi?

(Visita la GALLERIA COMPLETA, se vuoi vedere tutte le sfide!)

Un cane viola e marrone che indossa una t-shirt nera e un paio di calzini con pom-pom, sta mandiango un panino mentre vola su un razzo nello spazio.

In una classe con pareti celesti di notte, una maestra sta disegnando un drago sulla lavagna.

Di notte una ragazza vede una persona con una mazza e due persone che cercano di entrare in casa attraverso una porta a vetri.

Be’, non ci sono dubbi.

Però c’è da dire che erano pochi i creativi presenti nel pubblico, e due minuti sono pochi. Insomma, la sfida non era proprio equa. Ma in questo contesto ha vinto l’intelligenza artificiale, che certo non è perfetta e che verrebbe battuta da qualsiasi artista con un po’ più di tempo.

Per ora.

I progressi nell’ambito dell’intelligenza artificiale stanno correndo velocissimo e possiamo soltanto immaginare la tecnologia che avremo a disposizione tra uno o due anni. Grandi aziende, come Google, stanno lavorando da tempo allo sviluppo di sistemi simili a DALL-E. Imagen, ad esempio, sembra essere già molto più potente in termini di resa visiva e di comprensione rispetto a DALL-E. Meta sta sviluppando un sistema text-to-video chiamato Make a Video.

Anche se, come ci ricorda Andrea Motroni, siamo lontani dall’essere superiore senziente che ci immaginiamo quando parliamo di intelligenza artificiale, nei prossimi anni sicuramente il settore creativo dovrà confrontarsi con una nuova concorrenza. Dobbiamo essere pronti e provare a vederne le possibilità, non soltanto le minacce.

L’intelligenza artificiale come possibilità

Ci sono moltissimi modi in cui possiamo sfruttare DALL-E, il primo e più banale di tutti: le immagini usate in questo articolo sono tutte generate da intelligenza artificiale (disegni del pubblico a parte).

Inoltre, nella nostra ultima produzione audiovisiva, la web-serie Lucus, abbiamo utilizzato DALL-E per disegnare gli storyboard di alcune puntate. Qua un video che mette a confronto storyboard e risultato finale.

Infine, Guido Segni ha deciso di non pretendere solo la piena automazione, ma anche la piena pigrizia: con il suo progetto quinquennale Demand Full Laziness ha creato una banca dati di immagini in cui lui ozia nel letto e ha chiesto all’intelligenza artificiale di generare altre immagini al posto suo.

Insomma, anche se non sono stati sciolti tutti i nodi che intercorrono tra intelligenza artificiale, creatività e sogni sono stati sciolti, spero di averti tranquillizzato: le macchine forse ti ruberanno un po’ di lavoro, è vero, ma forse non è poi un grande problema.

Se ti va di approfondire ancora, puoi seguire il profilo del nostro Lucid Dream Festival, dove continueremo ad affrontare l’argomento in vista dell’evento che si terrà a marzo 2023 a Pisa.

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