mercoledì, Marzo 26, 2025
CinemaIl diario di Bridget Jones: amore e grassofobia

Il diario di Bridget Jones: amore e grassofobia

Una commedia anni duemila invecchiata male.

So che da me vi sareste aspettati ben altro per questa puntata del podcast, ma ammetto che San Valentino mi ha veramente mandato in crisi. È una festività che ovviamente vivo poco, che trovo fastidiosa, un po’ come le feste della mamma e del papà. Ho sempre pensato che se si ama una persona e le si vuole fare un regalo o qualcosa di simile non serva un giorno sul calendario. Poi, chiaro, sono occasioni in più, eh, ma sappiamo tutti che si tratta solamente di occasioni per il capitalismo di toglierci soldi e libero arbitrio. Quindi, ecco, not my cup of tea!

Proprio per questo so che da me vi aspettavate qualcosa di macabro e orribile, ma, ahimé, non sono riuscita a trovare niente che mi intrigasse abbastanza da parlarne. Per questo motivo ho ripiegato su quello che, appunto, non vi sareste mai aspettati e cioè il romanticismo.

Chiaramente non parlerò di Notting Hill (1999), perché è uno dei film più tediosi che abbia mai visto. Una delusione, data la presenza di Hugh Grant.

Hugh Grant in Notting Hill (1999)
Hugh Grant in Notting Hill (1999)

Hugh Grant: attore incompreso

Dovete sapere che io provo un amore immenso per Hugh Grant, lo adoro come attore, oltre ovviamente ad apprezzarlo esteticamente. Trovo che negli ultimi anni stia un po’ rivendicando la sua bravura, che per molto tempo è purtroppo passata in secondo piano rispetto al suo aspetto fisico. Un esempio di un lavoro che ho amato follemente è A Very English Scandal (2018), una miniserie con Ben Whishaw che racconta lo scandalo politico degli anni ’70 che coinvolse leader del Partito Liberale britannico Jeremy Thorpe accusato di cospirazione per l’omicidio del suo ex amante, Norman Scott, per proteggere la sua carriera e reputazione.

Oggi, però, lo ricorderò in un film mainstream e non poco problematico, ma che ammetto essere un mio grandissimo guilty pleasure: Il diario di Bridget Jones.

Il film

Il film Il diario di Bridget Jones (2001), diretto da Sharon Maguire, è un adattamento cinematografico del celebre libro di Helen Fielding. Protagonista è Renée Zellweger, che interpreta Bridget, una trentenne single e un po’ disordinata, che decide di prendere il controllo della sua vita documentando tutto nel suo diario. Tra storie d’amore complicate con Daniel Cleaver (Hugh Grant), boss disimpegnato, e Marc Darcy (Colin Firth), avvocato divorziato e un po’ snob, Bridget cerca di migliorare se stessa, affrontando con umorismo le sue insicurezze, il suo lavoro e le sue relazioni.

L’origine della storia

Intanto c’è da dire che Il diario di Bridget Jones ha un’origine molto particolare.

Il libro infatti era nato come una rubrica ironica sul quotidiano inglese The Independent nel 1995 in cui l’autrice Helen Fielding, inventandosi un alter ego, raccontava la sua vita da single trentenne a Londra.

Renée Zellweger e Colin Firth in Il diario di Bridget Jones
Renée Zellweger e Colin Firth in Il diario di Bridget Jones

La stessa Fielding, autrice del libro, aveva immaginato i personaggi di Daniel Cleaver e Marc Darcy pensando a Hugh Grant e Colin Firth, due star che tante donne sognavano. Grant, che amava il libro, accettò solo dopo che il copione venne riscritto da Richard Curtis, autore per eccellenza delle commedie di Grant, da Quattro matrimoni e un funerale (1994) a Notting Hill.

Una delle scene più famose e divertenti del film, in pieno stile Curtis, è quella della rissa tra i due pretendenti di Bridget in un ristorante greco per le vie di Londra. Tutto sulle note di It’s raining men di Geri Halliwell (ex Spice Girl). Una scena realizzata senza controfigure, né coereografie, a quanto pare, su richiesta dei due attori coinvolti, che risultano terribilmente goffi e ridicoli. Una scena che sembra dover riequilibrare le cose, come a dire: “belli, sì, pure eleganti, ma pur sempre uomini”.

Altra cosa interessante è che è un film diretto da una donna, per altro amica dell’autrice del libro. Sharon Maguire aveva ispirato un personaggio del libro, Shazzer, una delle amiche di Bridget. Proprio per questo riuscì a convincere i produttori ad affidarle la regia sostenendo che poiché lei era nel libro, avrebbe saputo come girare il film.

Una cosa molto divertente riguarda invece Colin Firth. Il personaggio da lui interpretato è quello di Mark Darcy, chiaramente costruito sulla base di Mr. Darcy di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen. Indovinate un po’ in che ruolo aveva recitato il giovane Firth solo qualche anno prima? Ebbene sì, proprio Mr. Darcy nella versione di Pride and Prejudice del 1995. I fan sembrano averlo interpretato come una continuazione dello stesso ruolo, però in chiave comica.

Colin Firth in Pride and Prejudice (1995)
Colin Firth in Pride and Prejudice (1995)

Il diario di Bridget Jones: amore e grassofobia

Il film è chiaramente un classico degli anni 2000 e con sé porta tutti i grossissimi problemi di quegli anni.

Bridget Jones è considerata una donna grassa, una zittella, praticamente una fallita perché alla veneranda età di 33 anni non ha marito, né figli. Ma come può trovare un uomo se è così goffa e sciatta? Come può fare con tutti quei chili in più, con i mutandoni della nonna? Si sa che le donne devono essere magre, seducenti, glabre, indossare completini sexy anche per andare a fare la spesa al Lidl. Insomma, la donna con cui Daniel tradisce Bridget.

Renée Zellweger in Il diario di Bridget Jones
Renée Zellweger in Il diario di Bridget Jones

Ed è così ovvio che la tradisca! Questo è il sotto testo. Perché è già incredibile che due uomini così belli, di successo, affascinanti abbiano minimamente dimostrato interesse in una donna come Bridget, così di basso livello.

Per carità, Bridget si vendica a dovere di Daniel, o meglio, lo affronta in maniera cazzutissima ed è forse una delle migliori scene del tutto il film, come dicono su youtube i commenti. Però non è da negare che quel sottotesto, quel senso di inadeguatezza, che se ci rivediamo in Bridget abbiamo comunque qualcosa di sbagliato, rimane.

Renée Zellweger in Il diario di Bridget Jones
Renée Zellweger in Il diario di Bridget Jones

Se lo vediamo oggi, chiaramente non ci fa un altro effetto solo perché riconosciamo tutti i problemi (e io chiaramente ne ho evidenziato solo uno, il più grande), ma anche perché credo che siamo munite di maggiori mezzi per gestire questi giudizi silenziosi (nemmeno troppo). Credo che ai tempi, invece, un film come questo, per quanto divertente, potesse davvero essere deleterio, se inserito nel mare di grassofobia in cui eravamo immerse. Magari a primo tempo poteva pure dare un respiro di sollievo alle donne non taglia 38… Ma se lo si affianca a personaggi come quello di Natalie in Love Actually (2003), interpretata da Martine McCutcheon, considerata a sua volta grassa perché una taglia 44 (tipo); o all’uso copioso del fatsuit (in Friends su fatMonica, o in Amore a prima svista sul corpo fino di Gwyneth Paltrow) è una roba veramente dannosa. Lo è stata, lo abbiamo visto.

Ora, io parlo a partire da impressioni personali, ma basta fare una piccola ricerca online e si può ben vedere che non sono l’unica a provare disagio guardando film di questo tipo. Intanto, per un discorso più ampio sulla grassofobia, l’uso dei fatsuit e molto altro vi rimando ai profili di belledifaccia, evastaizitta e dalila.bagnuli che ne parlano decisamente meglio di me.

Voi avete dei film che avete visto dopo tanto e vi siete resi conto essere invecchiati molto, molto male?

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