martedì, Dicembre 3, 2024
CinemaVolare: la fiction su Domenico Modugno

Volare: la fiction su Domenico Modugno

Potevo lasciarmi sfuggire l’opportunità di parlare del Festival di Sanremo per due volte di fila? Ovviamente no. E ho pure esagerato, perché ho deciso di parlare della cosa più autocelebrativa della Radio Televisione Italiana che si possa pensare (Rai, sgancia i soldi pls). Ovvero: fiction, su Domenico Modugno, presentato al festival, e interpretato da Beppe Fiorello.

La Fiction

È del 2013, si intitola Volare – La grande storia di Domenico Modugno, ed è formata da due puntate di circa un’ora e mezzo ciascuna che potete trovare, nemmeno a dirlo, su Rai Play. È un vero e proprio Biopic del cantante, che ho trovato interessante, perché a parte le canzoni più note, di lui non sapevo niente. Per gli standard Rai, devo dire che comunque non è male, è il genere di cosa che io, in quanto facente parte di una “famiglia Auditel”, metto in sottofondo la sera mentre faccio cose. A prestargli troppa attenzione secondo me ha dei passaggi un po’+ lunghi, e arriva anche ad annoiare.

Tutte le canzoni sono interpretate da Beppe Fiorello, quindi complimenti per il lavoro che c’è stato dietro. Però non ho apprezzato molto il fatto che lui abbia in qualche modo scimmiottato il modo di cantare di Modugno.

Domenico Modugno

Quindi a questo punto, parliamo del protagonista. Mimì impara a suonare la chitarra grazie al padre, e comincia a esibirsi in pubblico molto giovane a feste e matrimoni. Decide di voler intraprendere la vita dell’attore, così si trasferisce a Roma.

Leoncarlo Settimelli in in Tutto Sanremo, scrive:

Lo troviamo infatti A Roma, ospite in un convento di frati (ha raccontato di essere venuto per l’Anno Santo e di sentire una forte vocazione). Si racconta che si sia presentato a Vittorio De Sica, che lo incoraggia dandogli 2000 lire. Ma a Roma può almeno fare i suoi blitz a Cinecittà dove riesce a strappare qualche comparsata e poi qualche piccola parte (lo vedremo in “Anni difficili” di Zampa, “Filomena Marturano” di Eduardo e “Carica eroica” di De Robertis). Il servizio militare interrompe anche questo sogno, ma Domenico è capatosta e smesso il grigioverde eccolo di nuovo a Roma, finalmente ammesso ai corsi del Centro Sperimentale di cinematografia, dove conosce Franca Gandolfi, divenuta poi sua moglie, e Franco Migliacci, aspirante attore anche lui. Intanto Modugno compone le sue prime canzoni in dialetto siciliano.

Io ho infatti sempre pensato che lui fosse siciliano. Invece no, è barese. Si trattava solo di una strategia di marketing:

Ecco un’altra intuizione vincente, quella di identificare la Sicilia come paese ideale per un cantastorie, e quindi ambientarvi le canzoni, assumerne il dialetto. Nel 1954 Modugno è già un… siciliano noto, tanto che “Sorrisi e canzoni” gli dedica ben due pagine, nelle quali Modugno parla della “sua” Sicilia, dicendo di amare ogni aspetto della propria terra.

La carriera

Noi conosciamo Modugno in particolare per Il blu dipinto di blu, o Volare, con cui ha partecipato al Sanremo del 1958, e almeno io, ero convinta che quella fosse stata una svolta fondamentale della sua carriera. Invece lui era già molto affermato:

Nel 1958 Mimmo (non più Mimì) ha trent’anni e nell’ambiente romano è già noto da tempo: canta alla radio, in una sua trasmissione intitolata “Ammuri ammuri”, Viene scritturato da Walter Chiari per la rivista “Controcorrente” e nel 1956 è già presente a Sanremo come autore di Musetto. Nel 1957 ha già abbandonato il repertorio siciliano e si divide tra Napoli (con l’aiuto di Riccardo Pazzaglia) è un mondo più raffinato, rivelato da brani come Vecchio frack e appunto Musetto. Sempre nel 1957 eh già di casa a Parigi, tanto che Chevalier e Montand decidono di incidere i suoi brani e la Barclay reclamizza i suoi dischi con lo slogan «Un siciliano a Parigi».  

Sanremo 1958

Modugno arriva quindi a Sanremo come un personaggio già noto, ma la sua presenza sconvolgerà il Festival. Gigi Vesigna in Sanremo è sempre Sanremo scrive:

È  la rivoluzione: il 30, il 31 gennaio è il 1 Febbraio la Bastiglia dei cantanti e delle canzoni melodiche viene smantellata. […] Domenico Modugno – Mimmo, per tutti gli italiani – in tre soli minuti, più veloce di Robespierre, infila le loro teste [di tutti gli altri partecipanti] sulle picche della sconfitta. Nel blu dipinto di blu, scritta da Modugno con Franco Migliacci, diventa un inno nazionale e la fantasia popolare lo ribattezza Volare.

Ma cosa ha fatto di così sconvolgente Modugno a Sanremo? Ha aperto le braccia. Sembra una cazzata, detta così, ma in realtà quello che ha fatto è stato interpretare la sua canzone con il corpo e con la voce, con un trasporto tale che fino ad allora non si era mai visto. I cantanti infatti si esibivano ritti come pali, modulando la voce e seguendo le indicazioni del maestro. Per cui Modugno con la sua interpretazione ha aperto le porte a un modo totalmente nuovo di fare musica in televisione e non solo.

La canzone ha poi avuto un successo strepitoso anche all’estero, arrivando terza all’eurovision, e scalando le classifiche americane.

Come dicevo, la fiction è molto interessante perché racconta tutta la storia di Modugno, dai suoi primi anni come attore fino al festival del 1958, quindi se siete curiosi di saperne di più ve la consiglio. Anche se, tristemente, Beppe Fiorello non muore.

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