Un film di cui credo sia fondamentale parlare (e di cui abbiamo parlato nella decima puntata del nostro podcast) è Gloria! di Margherita Vicario, uscito quest’anno e presentato alla 74ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino. Si tratta dell’esordio alla regia di Vicario e ha ricevuto recensioni positive dalla critica oltre che dal pubblico.
Innanzi tutto, chi è Margherita Vicario?
Margherita Vicario è nata a Roma il 13 febbraio 1988. Cresciuta in una famiglia di artisti, suo padre è il regista Francesco Vicario e suo nonno è l’attore e regista Marco Vicario. Ha iniziato la sua carriera come attrice, debuttando nel film di Woody Allen To Rome with Love nel 2012. Successivamente, ha recitato in diverse serie televisive italiane come I Cesaroni e Nero a metà.
Parallelamente alla carriera di attrice, Margherita ha intrapreso quella di cantautrice, pubblicando il suo primo album “Minimal Musical” nel 2014. Ha collaborato con diversi artisti, tra cui Elodie, Francesca Michielin e Gaia. Nel 2021 ha pubblicato il suo secondo album “Bingo” per Island Records.
Da dove nasce Gloria!?
Gloria! riflette completamente la natura e la vita di Vicario, nasce proprio dal suo essere cantautrice. L’idea di questi film, infatti, nasce da una ricerca cominciata nel 2016, dopo che Vicario si era stancata di sentirsi chiedere cosa ne pensasse delle artiste donne, un po’ come se fossero degli animali in via di estinzione. Da quel momento, infatti, comincia a informarsi sulle musiciste del passato, quelle dimenticate dalla storia e quelle ricordate solo perché figlie, sorelle, mogli di un uomo. Margherita Vicario voleva far conoscere al pubblico la storia delle donne musiciste e compositrici che hanno vissuto in vari orfanotrofi italiani tra il XV e il XVII secolo. Tra queste, ci sono anche collaboratrici del noto compositore Antonio Vivaldi.
La storia del film però non si concentra su un personaggio storico, ma con uno sguardo fantastico racconta di donne fittizie che rappresentano tutte quelle musiciste la cui voce è stata imprigionata dalla chiesa o dal matrimonio.
La sinossi sul sito di Tempesta Film (co-produttori insieme a RAI Cinema e Tellfilm) dice:
Gloria! parla dell’immaginazione, della fantasia e del talento di tutte le compositrici che, come fiori lasciati seccare, sono rimaste nascoste tra le pagine della Storia.
Nel cast anche Elio, che, come detto da Vicario, rappresenta l’uomo buono, il sostenitore, la spalla delle ragazze.
Un team e una regia impeccabili
La sceneggiatura del film è stata scritta da Vicario con Anita Rivaroli ed è stato prodotto da Valeria Jamonte, Manuela Melissano, Carlo Cresto-Dina e Katrin Renz. Le riprese del film sono state effettuate in diverse zone dell’Italia e della Svizzera, tra cui il Friuli-Venezia Giulia (Cervignano del Friuli, Gorizia, la laguna di Grado, Udine, il Jôf di Montasio, la Villa Steffaneo Roncato a San Vito al Torre) e il Canton Ticino (Palazzo dei Landfogti a Malvaglia).
Vicario si affianca il direttore della fotografia Gianluca Palma con cui realizza delle immagini meravigliose, illuminate morbidamente dal lume di candela nei momenti di intimità delle ragazze e travolte dalla luce naturale nelle sale affrescate in cui provano per il concerto del Papa.
Inoltre, la regia di Vicario è impressionante in particolare quando la musica e il ritmo sono coinvolti. La scena di apertura che mostra il risveglio dell’istituto, di cui possiamo apprezzare pochi secondi nel trailer, basta già a farci capire la bellezza che attraverserà il resto del film. Un esordio, insomma, che ha da insegnare a chi fa cinema anche da anni.
Le protagoniste di questo film sono sicuramente due: la musica e la sorellanza, che entrambe si legano perfettamente alla parola voce e all’importanza di averne una.
La musica che tutto muove
Innanzi tutto, la musica è un elemento centrale del film, è la protagonista per definizione. Gloria! è un film che, come abbiamo detto, gira intorno alla musica e a chi la suona, a chi si esprime tramite essa. La colonna sonora scritta da Margherita Vicario e dal suo produttore Davide Pavanello detto Dade, per cui hanno vinto il Nastro d’argento il 27 giugno dell’anno corrente, è il tramite perfetto per mostrare l’urgenza di parlare attraverso le proprie note. Dall’inizio alla fine gli strumenti principali sono gli archi, assieme al pianoforte al centro della storia e soprattutto alle voci delle donne del Sant’Ignazio.
Bilanciarsi tra vecchio e nuovo
L’intera colonna sonora è giocata su un equilibrio, in teoria improbabile eppure riuscito, tra antico e moderno. Il film è stato, per esempio, introdotto dal singolo “Aria!” uscito in concomitanza col video musicale il 27 marzo 2024. Il brano è gioioso, epico e con un testo in piano stile Margherita Vicario che presenta perfettamente l’anima di Gloria!. Per altro, nel video musicale diretto da Francesco Coppola, la cantautrice indossa gli stessi abiti delle ragazze del Sant’Ignazio, un messaggio non troppo velato per dirci che Vicario si sente parte di loro (non ovvio) e una di loro.
Un altro pezzo contemporaneo inserito all’interno della pellicola in modo magistrale è “Questo corpo” de La Rappresentante di Lista, il gruppo di Veronica Lucchesi (Bettina nel film) e Dario Mangiaracina (canzone presente anche nella colonna sonora di The New Pope di Paolo Sorrentino). Il brano entra tra le pareti del Sant’Ignazio con qualche delicato accorgimento che non ne diminuisce la forza musicale, anzi, forse la accentua. Parti della prima strofa, infatti, vengono trasformate in uno struggente monologo che Bettina recita alle compagne illuminata dalle candele del sotterraneo, per poi scoppiare in un canto di rivolta e conquista del proprio spazio.
Inoltre, tra i pezzi scritti da Vicario e Pavanello, sono stati inseriti anche brani di Vivaldi e soprattutto il Quartetto n.2 in Si bemolle Maggiore di Maddalena Laura Lombardini Sirmen, compositrice del XVIII-XVIV secolo. Dare voce, quindi, alle musiciste di cui Vicario ha studiato le vite e il lavoro. A proposito di questo, in un’intervista a Billboard, dice Vicario:
La libertà tra sorellanza e musica
L’altra protagonista è la sorellanza. Una delle cose del film apprezzate dalla critica è la capacità della regia di Vicario nel trattare temi sociali come il femminismo e l’oppressione della figura femminile nella musica. Ma la cosa più bella e significativa di Gloria è come sia il volersi bene e il sostenersi di queste donne a renderle libere.
Margherita Vicario e Veronica Lucchesi nell’intervista a Splendida Cornice con Geppi Gucciari dicono che spesso è il mondo fuori che ti fa un po’ ammalare, “che ti dà degli schiaffi”, ma che è proprio il gruppo a salvare il singolo e soprattutto la musica che si fa insieme. Il collega di Lucchesi era contento che fosse un film corale, perché “un coro sono tante voci che diventano una e arrivano lontanissime”.
L’altro aspetto per cui non ho potuto che pensare a questo film per la parola voce riguarda proprio il personaggio di Teresa. La prima parola che le sentiamo dire, quando ancora il film ci fa credere che sia muta, è “no”, fondamentale e fuori luogo in un mondo che vorrebbe le donne obbedienti. Gli uomini provano a toglierle la sua voce cercando di vendere questo atto come un bene per la sua vita (il suo asilo nell’istituto lo pagherebbe col suo silenzio) e invece lei la tira fuori sempre più forte, proprio grazie alla musica e alle sue sorelle. Teresa e le sue compagne di viaggio combattono col talento e la sorellanza tutti quegli “stai zitta” che gli vengono lanciati, per “riprendersi tutto quello che gli hanno portato via”.