Oggi sono felice di tornare a parlare di qualcosa di trash. O meglio, di Camp. Per chi se lo fosse perso, c’è un articolo piuttosto esaustivo sul tema. In occasione del settimo episodio del nostro podcast, The Neon Picture Show, ho deciso di parlare non troppo conosciuto (per ovvie ragioni): She-Devil – Lei, il diavolo.
She-Devil – Lei, il diavolo
Il film racconta una storia di vendetta, vede tra gli interpreti principali Meryl Streep e c’è una scena ambientata durante una presentazione di un libro… No, non sono queste le uniche similitudini tra La morte ti fa bella e She-Devil. Alcune scene sembrano addirittura plagiate, non so perché su internet nessuno ancora ne abbia parlato a sufficienza.
She-Devil è un film del 1989, diretto da Susan Seidelman, quindi più vecchio de La morte ti fa bella di qualche anno ed è tratto dal libro Vita e amori di una diavolessa di Fay Weldon, quindi a mio malincuore devo dire che se qualcuno ha copiato, è La morte ti fa bella.
She-devil – La trama
Il film inizia subito con un bel po’ di sano body-shaming nei confronti della protagonista, Ruth, che viene descritta come brutta, sovrappeso e sciatta. Chiaramente però è sposata con un pezzo di merda figo e ricco: l’ambizioso commercialista Bob.
Vengono invitati alla presentazione di un libro della scrittrice di romanzi rosa Mary Fisher (interpretata da Meryl Streep) che chiaramente seduce con pochi sforzi Bob e i due iniziano una relazione. La povera Ruth viene umiliata dal pezzo di merda e da tutta la famiglia di lui. Lui le dà della grassa in continuazione, lei comincia ad avvicinarsi al crollo nervoso. Però è lui che si incazza perché, a quanto pare è lei che lo sta rovinando, e mentre la sta mollando gli fa un bell’elenco di tutti gli “attivi” (ragiona come un commercialista) della sua vita:
- La sua casa;
- La sua famiglia;
- La sua carriera;
- La sua libertà.
Come “passivi” invece inserisce soltanto la povera Ruth. E per chiudere in maniera carina le dice di guardarsi allo specchio: non è neanche più una donna, è un diavolo.
Fulmini nel cielo. Lei sbotta e decide di distruggergli la vita partendo proprio dall’elenco che lui ha stilato. Si scrive tutti i punti e poi comincia a escogitare dei piani malefici per fargliela pagare.
L’elenco
- La casa
Non fa troppe seghe, mette il phon sotto il cuscino, getta di tutto nella lavatrice, apre il gas, ficca le bombolette spray nel microonde, butta delle sigarette accese in giro. Si trucca e se ne esce bella felice mentre la casa esplode stile Joker. Solo che lei è su un green screen orribile. - La famiglia
Prende i due figli scapestrati, li porta a casa della scrittrice interrompendo l’intimità tra lei e Bob. Molla lì i figli il suo ex marito la implora di riportarseli via. Per non farsi mancare niente, attraverso mille peripezie (tipo farsi assumere da una villa di riposo, drogare i vecchietti con le vitamine e altre cose assurde) fa espellere la madre di Mary Fisher dall’ospizio e la manda a rispedisce a casa. Così adesso la villa della Fisher che doveva essere un nido d’amore, si trasforma in un disastro con i bambini e la vecchia invadente. - La carriera
Le soluzioni semplici non ci piacciono, e quindi per distruggere la carriera, dopo un montaggio in stile slapstick comedy, Ruth e una collega dell’ospizio fondano un’agenzia di collocamento per donne. Cerca una bonazza e la fa assumere dal marito, che chiaramente comincia con lei una relazione, poi la molla. Grazie a lei si introduce nell’ufficio di Bob e fa un grande trasferimento di denaro illecito. A questo punto non le rimane che fare una soffiata. Bob viene indagato, vengono fuori un sacco di altre frodi. E finisce così anche la sua carriera. - La Libertà
Nel frattempo la relazione tra bob e Mary è allo sfacelo. Lui viene processato, sembra tutto a posto perché il giudice è corrotto, ma Ruth riesce a far assegnare un altro giudice grazie a una delle donne della sua agenzia che è stata assunta in tribunale. Conclusione: il marito viene condannato a 18 mesi di reclusione.
Quindi tutto bene quel che finisce bene: il marito è in galera, lei è diventata una donna in carriera. Si è tolta un neo dalla faccia e quindi, secondo Hollywood, non è neanche più brutta. Cosa vuoi di più? Niente, un finale maschilista, in cui lei lo va a trovare in prigione con i figli. Lui gli fa due complimenti e si autoinvita da lei per pranzo per quando uscirà di prigione.
«cucinerò io!»
e lei cosa risponde?
«Con piacere, caro!»
She-Devil e La morte ti fa bella: troppe similitudini per essere ignorate
Il film non è propriamente un capolavoro, diciamolo. Però ha quasi sicuramente influenzato La morte ti fa bella: il personaggio di Meryl Streep è praticamente identico in entrambi i film, addirittura alcune battute sono uguali (alla fine del film un signore si avvicina per un autografo e la chiama “Signora Fisher”, e lei risponde: «Oh no no no, Signorina Fisher!»).
La prima parte poi, con il filmato di Meryl Streep in TV, ricorda i film trash interpretati dal personaggio di Madeline Ashton ne La morte ti fa bella. Il marito incontra e si innamora della scrittrice alla presentazione di un libro, così come ne La morte ti fa bella Ernest incontra la nuova Helen (dopo che ha bevuto l’elisir) alla presentazione del suo libro. E potrei continuare ancora a lungo a citare scene quasi identiche: la scena quando Bob dice a Ruth di non preoccuparsi che non la sta tradendo; il maggiordomo di Mary Fisher che è identico a quello di Lisle von Rhuman. Insomma, davvero troppe somiglianze. Per questo vi lascio un piccolo video-riassunto.
Sicuramente il fatto che si tratti in entrambi i casi di commedie nere, entrambe interpretate da Meryl Streep e entrambe Camp, fa sì che ci siano dei tratti in comune. Ma qui ce ne sono un po’ troppi per passare inosservati. Diciamo che La morte ti fa bella è la bella copia di She-devil. Quindi anche se non è proprio il più bel film di tutti i tempi, sono piuttosto felice che in qualche maniera abbia contribuito a dar vita a uno dei miei comfort film preferiti di cui conosco praticamente tutte le battute a memoria.